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Barcolana 53

Aggiornamento: 12 feb 2023

I Veneti a Vela hanno partecipato ad una edizione memorabile della famosa regata.

La Barcolana 53 la volevano proprio tutti: perché nel 2020 era stata annullata per bora forte e c’era il Covid; perché è la festa più grande che si vive a Trieste; e perché la voglia di andar in acqua in “clapa” (ovvero in compagnia, detto in triestino) era tanta. Anche quest'anno la bora ha soffiato forte ed incessante durante la settimana di eventi che precedono la regata più partecipata al mondo, toccando il picco proprio la domenica della gara tanto attesa procurando ritiri, rotture e - purtroppo - qualche scafo affondato. Gli amici del Quadrante AIVA CVC Veneti a Vela non si sono fatti scoraggiare e sono arrivati indenni all'arrivo, anche se la regata è stata poi annullata dalla classe 2 in giù proprio a causa delle impegnative condizioni di mare e vento. Ecco il resoconto dell'amica Benedetta (nella foto, da sinistra: Stefano Grigolin, Erika Mandarà, l'autrice Benedetta Bacco, Silvia Romano, Luca Capperucci).


“Ragazzi, siamo arrivati! Dove siete?”

“Stiamo facendo aperitivo, venite qui!”

Venerdì ore 20.45: finalmente siamo a Trieste!

Arriviamo quasi tutti da città diverse. Io e un amico dei Veneti a Vela (ndr: il Quadrante AIVA CVC nel Triveneto) ci siamo incrociati a metà strada per fare parte del viaggio insieme e anche il resto del nostro equipaggio si è riunito lungo il percorso.


I nostri amici sono arrivati da poco nel capoluogo giuliano e ci aspettano già lì.

Ho con me un borsone bello pieno! Prima di partire quasi non si chiudeva, tanti sono i vestiti di vario spessore che ho infilato, visto il clima fresco e il meteo variabile che troveremo. Sì, perché ad accoglierci c’è anche Lei: Sua Maestà Bora!

Quando arriviamo non soffia forte e riusciamo a goderci appieno l’emozione di essere finalmente qui, di poter dare inizio alla nostra Barcolana 53!

Tornare in questa città, per chi la conosce, è sempre un’emozione. Ma questo weekend dell’anno è speciale, una grande festa! “La bella Signora” si veste ancora di più di luci, si riempie di musica e finalmente, di nuovo, di persone! Non per le strade questa sera, perché c’è vento e fa fresco e sono tutti rintanati al coperto. Anche noi andiamo a cena al caldo e, al primo brindisi, tra risate ed entusiasmo di stare insieme, già siamo una squadra! Io sono una new entry dell’Associazione, ma mi sento tra amici e mi piace già!


La notte in barca siamo ormeggiati in un angolo della costa riparato dal vento e possiamo dormire tranquilli. Ma io ed Erika, l’amica con cui condivido la cabina, ci svegliamo comunque al primo albeggiare... siamo troppo emozionate per perdere tempo a dormire!


Sabato ore 7.30: il silenzio, spezzato solo dal cigolio delle barche, pian piano intorno si riempie di voci e del rumore della moka sul fornello.

Stamattina non è consigliabile uscire, c’è ancora parecchio vento, soprattutto in mare aperto. Aspettiamo e speriamo che durante la giornata la situazione si mitighi.

Ne approfittiamo per un “nero” al bar che, per chi non lo sapesse, è il modo triestino di chiamare il caffè espresso. Le rive e le vie del centro iniziano a popolarsi pian piano.

Finalmente nel pomeriggio le condizioni migliorano un po’, anche se continuano le raffiche a 20-30 nodi. Usciamo a ‘sgranchire le vele’ per prepararci a domani!

Alziamo randa e fiocco e facciamo qualche virata: i nostri timonieri riescono a gestire le raffiche, regalandoci una navigazione divertente e piacevole!

La vista è suggestiva, con il tramonto su Barcola visto dal mare! (*) Il vento ha reso limpido l’orizzonte e con lo sguardo si riesce a seguire tutto il litorale del golfo e oltre.

Rientriamo e ci prepariamo per una cena sul molo con gli equipaggi delle barche vicine.

Mentre il sole cala e si accende il maestoso Faro della Vittoria, ci rilassiamo tra una chiacchiera e l’altra.

Un’ultima passeggiata per il centro prima di rientrare, a vedere le barche più grandi ormeggiate vicino a Molo Audace e la splendida Piazza Unità d’Italia illuminata; stasera andremo a dormire presto, domani è il grande giorno!


Domenica ore 7.00: ci alziamo alla spicciolata, una bella colazione con gli equipaggi delle barche vicine e ci vestiamo pesante per la regata. La partenza è prevista in orario per le 10.30.


Alle 9.30 siamo già fuori in mare, a ‘riscaldare le vele’: la situazione vento per ora è tranquilla, l’anemometro segna 14 nodi con 22 di raffica. Ci passano accanto barche di tutte le dimensioni e possiamo ammirare intorno a noi anche i Maxi!


Giusto il tempo di un paio di foto da mandare al gruppo Whatsapp dei Veneti a Vela che ci seguono da casa ed ecco che sentiamo gridare dietro di noi “Partiti”!!


Prua in direzione sud-ovest, abbiamo solo la randa issata, ridotta con una mano di terzaroli: il vento sta rinforzando velocemente e le raffiche stanno aumentando di intensità.

Mentre navighiamo, dietro la nostra poppa vediamo arrivare Melrose, un gigante nero che ci passa maestoso accanto... per pochi secondi possiamo dire di essere stati in vantaggio!!

Avvistiamo la prima boa e, prima di prepararci a virare, spieghiamo anche il fiocco.

Nel frattempo il vento in mare aperto è decisamente aumentato e anche le onde. Viriamo: prima boa superata!

Alcune miglia più avanti, ad ogni raffica ci arriva letteralmente una secchiata d’acqua salata addosso! Ma lungo il tragitto vediamo che a qualcuno sta andando molto peggio: una barca ribaltata a 90 gradi e l’equipaggio a cavalcioni sullo scafo, fortunatamente già soccorso dai gommoni dell’organizzazione. Solo più tardi scopriremo che ci sono stati parecchi altri danni in questa regata.


Noi continuiamo la nostra navigazione: il nostro timoniere probabilmente ha l’adrenalina alle stelle, ma ci trasmette sicurezza e nessun timore, così siamo tutti attenti a seguire le indicazioni e, anzi, ci godiamo la nostra regata!



Alla seconda boa ci arrivano altre secchiate d’acqua addosso; le uniche parti esposte che ho, viso e capelli, e anche le scarpe, sono ormai inzuppate: mi rendo conto solo dopo un po’ che mi tremano le gambe dal freddo, ma la vista del Castello di Miramare mi distrae e penso solo a quanto unica è questa esperienza e me la voglio godere! Mi asciugherò e mi scalderò più tardi!

Arriviamo alla terza boa (vedi foto): qui siamo più vicini alla costa, quindi siamo più riparati e sia le onde che le raffiche si fanno meno intense. Ormai manca poco... passiamo accanto ad un gommone dell’organizzazione e il nostro timoniere chiede dettagli sull’ultimo tratto di percorso: ci rispondono che per la nostra categoria è conclusa la regata!


In un secondo esultiamo: ce l’abbiamo fatta!!! Abbiamo finito la Barcolana 53!

Vorremmo stappare una bottiglia e brindare ma non è ancora il momento!

Rientriamo verso il nostro molo, ora la navigazione è decisamente più tranquilla, risalendo riparati dalla costa.


Ad attenderci, gli altri equipaggi. Alcuni purtroppo li troviamo con un’espressione di delusione stampata sul volto perché non sono riusciti a terminare la regata, date le condizioni sfidanti. Si sa, sono il vento e il mare che comandano e ogni marinaio deve valutare quanto e come può affrontare il rischio.


È comunque una Barcolana che rimarrà impressa nella storia e nei ricordi di tutti. E sicuramente ha insegnato qualcosa a ciascuno. L’importante è aver portato l’equipaggio e la barca al sicuro in porto ed essersi divertiti!

E noi siamo soddisfatti di questo: essere stati qui ed essere stati un gruppo unito nonostante tutto!

Adesso, un bel calice di prosecco per festeggiare non ce lo toglie nessuno!


Dall'equipaggio AIVA CVC Veneti a Vela & simpatizzanti alla Barcolana 53 è tutto! Buon vento e alla prossima! Ringrazio il mio equipaggio per aver reso speciale questa esperienza! (nella foto, da sinistra: Silvia Romano, Stefano Grigolin, Benedetta Bacco, Erika Mandarà, Luca Capperucci)

(*) ndr: La Barcolana è stata organizzata per la prima volta alla fine degli anni sessanta da parte della Società velica di Barcola (da cui il nome della competizione: è il quartiere di Trieste tra Roiano e Miramare). In origine il nome ufficiale era "Coppa d’Autunno", ma ben presto il nome attuale prese il sopravvento.


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