L'altra Svezia
- Luisa Fezzardini
- 3 lug
- Tempo di lettura: 9 min
Aggiornamento: 7 lug
Il lato occidentale del Paese ci ha fatto scoprire una meta sorprendente.


Chi decide di navigare in Svezia dà per scontato che la destinazione sia il giustamente famoso arcipelago di Stoccolma. Dato però che con AIVA ci siamo stati nel 2021 (link all'articolo) stavolta nell'ambito delle ormai tradizionali navigazioni nel profondo Nord abbiamo deciso di andare a vedere la costa occidentale del paese.
Queste navigazioni nordiche stanno avendo un riscontro persino un po' inaspettato: AIVA ha annunciato la Svezia a metà gennaio, e a fine febbraio già tre equipaggi erano completi e c'era una lista di attesa. È comunque confortante constatare che non si è soli nell'amare le atmosfere "vichinghe", che hanno un fascino tutto loro.
Il Bohuslän, la regione che abbiamo scelto, è caratterizzato da coste rocciose e circondato da circa tremila isole e cinquemila isolette dette skerries che costituiscono la parte settentrionale dell'arcipelago di Göteborg, il secondo più grande della Svezia dopo quello di Stoccolma. Abbiamo avuto modo di constatare che, pur completamente diverso da quello di Stoccolma, questo arcipelago è altrettanto affascinante, e con in più la vicinanza dell'Oceano che dà un respiro tutto particolare alla navigazione a vela in quelle acque già così impegnative e dense di ostacoli.

Il rendez-vous è sabato presso il marina di Göteborg: c'è chi ne ha approfittato per arrivare qualche giorno prima per visitare la città e chi ha fatto prima tappa a Stoccolma per visitare la capitale e poi raggiungere in treno la meta (circa tre ore con l'alta velocità).
Il weekend di arrivo coincide con la popolarissima festa di Midsommar, che in tutta la Scandinavia festeggia il solstizio estivo. Le città si spopolano e tutti vanno a festeggiare in campagna, con danze tradizionali e barbecue in famiglia.

Partiamo domenica da Göteborg in direzione Nord. Il clima è fresco e a tratti pioviggina. Per uscire dal marina dobbiamo attraversare un ponte mobile che si alza in verticale e ha quindi orari precisi di apertura. Prevediamo di passarlo alle 9:35 e presi dall'ansia ci affrettiamo (hai finito di vestirti? molla quella cima! tutti pronti? daidaidai!) per poi trovarci davanti allo sbarramento un'ora abbondante prima. Inganniamo il tempo facendo circonvoluzioni fino a che finalmente il ponte si apre, in modo piuttosto spettacolare (vedi il video che segue).
Prua verso l'isola di Marstrand, la nostra prima tappa. Vento da Sud che sale rapidamente di intensità, e tra una strambata e l'altra arriviamo al canale di ingresso dell'isola.


L'ormeggio si presenta impegnativo a causa del forte vento, ma alla fine ce la facciamo e tutte e tre le barche sono stabilmente assicurate ai finger.

Nel frattempo le telefonate a casa ci fanno apprezzare ancora di più la nostra navigazione: i resoconti di caldo torrido e notti infuocate si scontrano con i nostri 15°, i piumini nei quali ci si avvolge volentieri per dormire e il Webasto acceso di sera...

Interludio: come già abbiamo notato anni fa nell'arcipelago di Stoccolma, le acque svedesi sono sì disseminate di rocce per ogni dove, ma gli itinerari sicuri sono segnalati in modo impeccabile con dei pin rossi e verdi.
Come si sa, in Europa (che segue il sistema di segnalamento marittimo IALA Regione A) entrando in porto il segnale verde deve essere lasciato a dritta e il rosso a sinistra, niente di nuovo.
Fuori dai porti però il concetto di “direzione di ingresso” cambia: non è più legato al porto, ma alla direzione convenzionale del traffico marittimo lungo i canali o le rotte principali.
Nelle aree costiere e nei canali, la direzione “principale” del traffico è convenzionalmente definita:
verso nord
verso ovest
verso il mare più aperto
verso un porto principale o capitale marittima
Questa convenzione influenza dove lasciare le boe rosse e verdi. Quindi in Svezia, così come nel resto d'Europa:
le boe rosse sono da lasciare a sinistra quando segui la direzione convenzionale (verso nord o ovest)
le boe verdi sono da lasciare a destra nella stessa direzione
Ma se vai controcorrente alla direzione convenzionale (es. verso sud-est in un canale che “va a nord”), la posizione delle boe, per te che stai navigando, si inverte: rosse a destra e verdi a sinistra.
Marstrand è nota nel mondo della vela per ospitare diverse famose regate, di cui una, la 44Cup, inizia di lì a pochi giorni. Le barche partecipanti sono infatti già tutte in porto, ormeggiate a pochi passi dalle nostre (vedi foto che seguono).


Gli equipaggi a terra si dividono, gironzolando per l'isola e salendo fino alla fortezza di Carlsten. Di queste costruzioni è pieno l'arcipelago, e ne troveremo di simili anche altrove. Se ne capisce il motivo investigando un po' nella storia della regione, a lungo contesa tra Svezia, Norvegia e Danimarca e densa di faide e colpi di mano militari e politici. Le fortezze erano infatti a scopo difensivo ma anche detentivo: tanti i prigionieri illustri che a seconda dei rivolgimenti entravano e uscivano dalle prigioni di queste isole, il cui isolamento era la miglior garanzia contro i tentativi di evasione.

Il giorno successivo lasciamo Marstrand per dirigerci verso l'isola di Käringön. Si esce dal canale di bolina per poi poggiare verso Nord. Il vento non manca di certo! ma non è quello a rendere impegnativa la navigazione, bensì le miriadi di rocce, spesso a pelo d'acqua. Le strambate non si contano, e finalmente arriviamo al canale di Haron, che affrontiamo a motore, e dopo il quale troveremo la nostra meta a Ovest.
Il canale è estremamente suggestivo, così raccolto e disseminato di casette e moli. Spiace a tutti che lo si percorra sotto la pioggia, ma anche così ha un fascino incredibile.



Usciti dal canale ci dirigiamo verso Käringön alternandoci al timone. Arrivare ad un'ora non troppo tarda è imperativo: a iniziare dal tardo pomeriggio il vento rinforzerà e in queste acque aperte sull'Oceano è bene non rischiare. Finalmente a destinazione, ormeggiamo all'inglese e possiamo scendere a terra. Appena in tempo, perché siamo già a 25 nodi di vento in aumento, e per la notte se ne attendono 40 e oltre (motivo per cui il video che segue è mosso...).
Anche i locali confermano che è un evento piuttosto insolito, ma questo è e ci adattiamo volentieri, anche perché l'isola è decisamente graziosa ed accogliente, una vera bomboniera, completamente priva di traffico a motore (anche i due poliziotti in forza nel posto girano in bicicletta).



La mattina successiva ci accoglie con un sole caldo e splendente ma ancora tanto, tanto vento. Giriamo per l'isola e ne godiamo gli spazi verdi, i tantissimi fiori che gli svedesi amano e coltivano con cura, e servizi comuni come una palestra all'aperto, con gli attrezzi a disposizione di chiunque conservati in un semplice casottino di legno e la sola raccomandazione di rimetterli al loro posto dopo l'uso (non per fare i soliti paragoni... ma non possiamo fare a meno di pensare a cosa succederebbe ad una iniziativa simile ad altre latitudini).

Il programma avrebbe previsto la risalita del fiordo fino a Gullholmen, altra destinazione car-free che può essere raggiunta solo dal mare. Il fortissimo ponente oceanico scoraggia però la navigazione a vela; perciò gli equipaggi decidono di affidarsi al ferry che parte regolarmente a pochi passi dai nostri ormeggi.
Interludio: verso le 10:30 dalla barca di Giancarlo giunge come un fulmine a ciel sereno la notizia che l'equipaggio si prepara ad uscire per non meglio precisate esercitazioni in mare aperto. Viste le condizioni, a tutti pare una scelta davvero pericolosa, ma gli interessati sembrano molto decisi, pronti con i giubbotti e determinati ad affrontare un mare a dir poco impegnativo. Mentre parliamo, cercando di dissuaderli (c'è anche chi consiglia all'equipaggio di rifiutarsi di uscire!), sullo sfondo le onde, frustate dal forte vento fanno volare via follemente fiocchi di schiuma: uno scenario alla Moby Dick. Alla scena assistono, perplessi come noi, anche gli occupanti di barche vicine, tutti svedesi. Alla fine, invece, si trattava di uno dei soliti scherzi di Giancarlo...

Partiamo tutti per Gullholmen in traghetto, percorrendo lo stesso itinerario che avevamo previsto a vela. Non ci sono altre imbarcazioni in vista, le due o tre che avvistiamo procedono a motore, e ciò ci rassicura sulla giustezza della nostra cauta scelta (se neanche i locali si azzardano...).
Gullholmen è deliziosa, con pittoresche casette di legno dipinte nel tipico rosso di Falun. L'entroterra, visibile dal mare, colpisce per le sue coste rocciose e le piccole baie, alcune delle quali con microspiagge sabbiose. Giriamo per il luogo e pranziamo in banchina con spettacolari panini al salmone e granchio comprati da un chiosco di pesce fresco (una bella panoramica nel video che segue).


Torniamo a Käringön per cenare in un grazioso locale tipico e poi via a nanna, perché l'indomani si riparte! (anche se c'è qualcuno che vagheggia di rimanere in loco per sempre... effetti collaterali del grande Nord).


L'imprevista botta di vento ci ha costretto a rivedere l'itinerario originale, ma non è un problema perché i dintorni offrono una varietà di mete alternative. La mattina del mercoledì il sole splende, il vento è calato ma sempre sostenuto a sufficienza per consentire una bellissima navigazione a vela. Ci dirigiamo perciò a Sud, prima verso Mollösund dove facciamo sosta per il pranzo.

Dopodiché risaliamo il fiordo che circonda l'isola di Lyr, che tutti i locali (cordialissimi, va detto) ci hanno descritto come bello e meritevole di un passaggio. Risaliamo perciò il fiordo di bolina per poi completare il periplo al gran lasco. Il paesaggio è davvero fiabesco, e foto e video ne rendono solo parzialmente la bellezza (vedi il video che segue).
Facciamo un giro largo intorno ad una serie di isolette per infilare una baia che abbiamo individuato per trascorrere la notte, mettiamo un grippiale all'ancora e ci sistemiamo. La baia è deserta, e il tramonto - che arriva alle 23 passate, l'impareggiabile luce scandinava - è scandito da strida di uccelli e dal rumore del vento. Un incanto.

Interludio: fin dall'inizio Cristiana, nella nostra barca, si è candidata a gran voce per gestire grippia e grippiale. Tutti le hanno ceduto volentieri il privilegio. Il mattino successivo però il suo entusiasmo (e quello di Luca, addetto all'ancora) ha subìto un deciso calo quando si è trattato di recuperare ancora e grippia. Il fondale fangoso è ricettacolo di microorganismi in decomposizione, e la melma nerastra che cola da cima, grippia e grippiale ha un odore nauseabondo. La cima viene ammucchiata in un angolo del pozzetto, in quarantena, insieme al sacchetto dove Cristiana ha sigillato gli indumenti investiti dalla melma.
Il mattino successivo si riparte nel nostro itinerario verso Sud di bolina. Il nostro equipaggio decide di fare una sortita in un fiordo a mezzaluna tra Lyr e l'isola di Smögholmarna, che in più d'uno (guardia costiera compresa) ci ha raccomandato perché molto suggestivo. Mentre le altre due barche della flottiglia ci aspettano fuori in panna, noi ci addentriamo a motore, mooolto cautamente, dentro questo angusto piccolo fiordo, dove le rocce ci sovrastano a pochi centimetri dallo scafo e il plotter continua a segnalare ostacoli. Siamo un po' in ansia, ma ne valeva davvero la pena: il paesaggio è lunare, completamente diverso da quello visto sino a quel momento, a testimoniare la particolarissima storia geologica della zona (vedi video che segue).
Riuniti al resto della flottiglia ci dirigiamo quindi per il pranzo ad Åstol, un'isoletta nota per le sue case candide, in contrasto con il rosso tipico di queste zone. Dopo una quantità di bordi entriamo trionfalmente, guidoni al vento, ma di posto ce n'è proprio poco. Una barca si ormeggia quindi all'inglese e le altre due a pacchetto. Non siamo di intralcio a nessuno, e l'hamnkapten che viene a riscuotere l'ormeggio ci dà la sua benedizione, quindi pranziamo, chi a terra chi a bordo, in tutta tranquillità. Il porto è ridossato, il sole cocente.


È qui che gli equipaggi riuniti si fanno la classica foto di gruppo a ricordo di questa magnifica navigazione (che però non è ancora finita!! altre sorprese ci attendono).

Riprendiamo quindi il mare. Abbiamo un target preciso, ovvero essere di ritorno a Göteborg per il primo pomeriggio del venerdì. Il motivo è che dopo è prevista una botta di vento che è meglio non affrontare in quel mare così irto di scogli, e sicuramente non con barche da charter che non conosciamo bene. Pianifichiamo quindi la tappa successiva per pernottare a Hyppeln, che è a sole 15 miglia da Göteborg. È un tratto lungo e impegnativo, che però ci regalerà un memorabile, lungo pomeriggio di vela, con sfide di pilotaggio e manovra davvero entusiasmanti.
Atterriamo a Hyppeln verso le 19, due barche all'inglese e la nostra - Cenerentola della situazione - infilata di prua fra due finger malfermi. Non è molto chiaro perché si sia deciso per l'ormeggio di prua, che tra l'altro costringe a una bella scalata per rientrare: Gianluca sostiene che è in omaggio alle tradizioni locali (mah! peccato che in giro non ci sia nessuno ad approvarci, praticamente ci siamo solo noi).

Appena sistemati comincia a piovere, meno male che gli dei scandinavi hanno avuto la cortesia di aspettare prima di aprire il cielo.
Il mattino dopo rientro! Sole ma un ponente feroce a oltre 30 nodi con raffica. Ma bisogna andare, non c'è scelta (vedi il video che segue).
Fortunatamente non c'è molta onda e ci divertiamo veramente a zigzagare fra isole e isolette. Nel canale di ingresso a Göteborg vediamo l'indicatore toccare i 35 nodi, che cavalcata! (vedi I video che seguono).
Dobbiamo passare il famoso ponte apribile (quello del primo giorno, ricordate?) ma complice il ventone arriviamo in anticipo. Ormeggiamo per poco più di un'ora a Eviksberg, in uno spazio dove sono ospitate barche d'epoca, e probabilmente non dovremmo essere lì ma facciamo gli gnorri e ci va bene (vedi video che segue).


Rientrati al marina di partenza gli equipaggi riuniti organizzano un pranzo svuota-cambusa, a cui segue la sera una cena greca (!) presso il marina. Si discute della navigazione appena conclusa, di quelle passate e a venire, si lanciano richieste (le Azzorre! ma no, le Ebridi esterne, dai! e se andassimo in Groenlandia?). Tutti entusiasti per l'ennesima esperienza nel grande Nord, che ha ormai una sua platea di affezionati.
Arrivederci alla prossima! Dove? E chi lo sa, lo decideremo nei prossimi mesi. Restate sintonizzati! Nel frattempo un GRAZIE ai nostri prodi capibarca, che tra nomi impronunciabili di isole e fiordi, vento, raffiche e ormeggi improbabili ci hanno guidato ancora una volta in queste latitudini.

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