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Speciale Clinic: "Born to run"

Aggiornamento: 12 feb 2023


(nella foto, da sx: lo skipper di "Flow" Luca Sabiu e Paolo Bordogna, presidente del Centro Velico Caprera)


Difficile pensare ad un successo più indiscusso di quello riscosso dal Clinic Class 40 promosso congiuntamente dal Centro Velico Caprera e da AIVA CVC in collaborazione con Luca Sabiu - Mastersail Vivere La Vela. In cinque turni settimanali, tre gestiti da CVC e due da AIVA, cinque team di Allievi e Istruttori CVC si sono cimentati con “Flow”, il Pogo 40 S2 di Luca Sabiu: un purosangue concepito per le regate oceaniche che ha messo alla prova anche i più esperti.

L’esperienza è stata vissuta in modo entusiastico da tutti i partecipanti, che non hanno lesinato i commenti positivi (ne trovate alcuni estratti in questo articolo, e li potete leggere per intero nella pagina feedback del Clinic). Si sta già lavorando al bis per la prossima stagione, anche perché diversi aspiranti sono rimasti in lista di attesa.


Mentre aspettiamo il buon vento per il 2021, chiediamo a Luca, che ha vasta esperienza di questa tipologia di corsi, un resoconto di queste cinque incredibili settimane.


AIVA CVC: Luca!! che clinic, che barca, che tutto! I partecipanti hanno dato di questa esperienza un resoconto entusiastico. Cosa hai fatto, li hai drogati? :-)


LS: Assolutamente si! Drogati di planate e miglia. Scherzi a parte, sono state settimane molto belle e formative e anche io mi sono portato a casa una bellissima esperienza e sono stato felicissimo di aver partecipato.


AIVA CVC: Durante la prima settimana del clinic ti abbiamo visto ormeggiato a Porto Palma, dopo un memorabile ingresso sotto gennaker nella rada che ospita il precrociera.

Sfortunatamente, a causa delle restrizioni imposte dal Covid, non vi è stato possibile sbarcare e dare ai partecipanti agli altri corsi un resoconto della vostra settimana. Cosa vorresti condividere con gli allievi che hanno partecipato ai corsi di Caprera propedeutici al Clinic Class 40? (*)

(nella foto: "Flow" ormeggiata a Cala Gavetta, La Maddalena)


LS: Sì, è vero… che meraviglia, siamo entrati in Porto Palma con 300 mq di tela a riva. Non nego che sarei sbarcato volentieri alla base, è qualche decennio che manco! Avrei condiviso con loro un focus per me importante, che è la differenza tra la conoscenza e la competenza, e quanto sia importante avere sempre la barca in assetto e perché lo debba essere.


Sarebbe stato bello sfiorare quella lavagna e avrei sicuramente ricordato il grande Georg (**) , mio istruttore che ricordo con grande stima. Ritengo però che le prescrizioni Covid prese siano state giuste e necessarie, chissà magari un giorno capiterà l’occasione.


AIVA CVC: La scelta del perimetro di navigazione per ogni settimana avveniva di concerto con i partecipanti, in considerazione delle condizioni meteo e dei fattori ambientali. Che perimetri avete percorso?


LS: Come si può facilmente immaginare, navigare nel mese di ottobre partendo da Caprera per 400-500 miglia a settimana non è proprio banale.


Ogni settimana abbiamo appunto pianificato le navigazioni in base alla meteo: abbiamo fatto un giro di Sardegna a cannone, un paio di volte siamo stati al riparo dalle bombe di Maestrale su tutto il lato est della Sardegna sfruttando una bella pressione al lasco per volare; abbiamo spaziato nel Tirreno cercando quando possibile sempre andature “larghe” per sfruttare al massimo le caratteristiche della barca.


AIVA CVC: Avete dovuto fare dei “cambiamenti in corsa” del perimetro scelto?


LS: Praticamente abbiamo preso gli schiaffi già dalla prima settimana, dovendo cambiare addirittura il porto di imbarco per una depressione che ha flagellato pesantemente dal Nord Sardegna al Golfo di Genova.

Ci siamo comunque fatti una bella settimana a schivare groppi e temporali, ma anche tutto questo è “formazione” e andare per mare.


AIVA CVC: Ci sono stati momenti veramente critici durante queste settimane, a causa delle condizioni meteo o per altri motivi?


LS: Più che chiamarli momenti critici li chiamerei momenti di grande centratura dove, per uscirne senza danni o farsi male serve essere appunto centrato, usare metodo e idee chiare. Al largo di Cagliari una notte, in un groppo infinito, abbiamo navigato per più di un’ora con oltre 40 kn volando a quasi 20 kn portando la barca con un setting “muscoloso”.


Adesso sorrido ripensando a quando, durante un rinforzo a 35 kn, abbiamo fatto una manovra di peeling tra Code zero/Solent e ad un certo punto si è riaperto “abbomba” il code Zero…vi potete solo immaginare la concitazione per risolvere il problema, ma davvero superba la reazione dell’equipaggio che, unito, è riuscito a risolvere quel guaio senza neanche far finire la vela in mare... grande Crew... per tutta la vita...


AIVA CVC: Il tuo Clinic non consiste solo di navigazione e ormeggi: è una esperienza a 360° che copre manutenzione a bordo, radiofonia, vita a bordo... Cosa pensano i partecipanti di questo approccio olistico? (nello slideshow, diversi momenti di vita a bordo)

LS: Secondo me non esiste “il modo giusto di navigare per eccellenza” ma ognuno di noi formatori/Comandanti ha il SUO modo di navigare, e lavora per trasferirlo agli allievi.


Per me è molto importante che l’allievo sia consapevole che dal momento che sarà lui il Comandante e lascerà l’ormeggio sarà il responsabile a 360 gradi del suo equipaggio. Per fare questo bisogna necessariamente lavorare su tanti fronti, non ultimo lavorare sull’aspetto mentale perché “se navighi con un equipaggio ridotto sei un navigatore solitario e devi ragionare come tale“: io lavoro esattamente su questo.


AIVA CVC: Un parere, davvero spassionato, da parte tua. Hai tenuto molti stage simili prima di questo. C’è qualcosa che ti è sembrato diverso negli equipaggi provenienti dal CVC? Non ti stiamo chiedendo un parere positivo a tutti i costi ma un riscontro obiettivo: si cresce e migliora a fronte di critiche costruttive, questo è lo spirito di Caprera.


LS: Sì, è vero, io vedo molti allievi ogni anno e di svariate provenienze. Senza dubbio Caprera ha un percorso di formazione valido e strutturato e in più ha un campo di gioco dove si svolgono i corsi che ti obbligano ad imparare velocemente e bene la tecnica di base, a volte con condizioni “muscolose”. Questo fa sì che i suoi allievi “subiscano” meno il vento forte di altri allievi che magari hanno fatto corsi in zone poco ventose, quindi devo dire che si nota una differenza appunto su questo.


AIVA CVC: Quali sono i tuoi programmi, e quelli di “Flow”, per i prossimi mesi?


LS: Nel 2020 io e Flow abbiamo percorso circa 6900 miglia tra Oceano e Med. Per il 2021 insieme al mio team abbiamo costruito davvero un calendario strepitoso, inserendo un corso dedicato alla Navigazione strumentale, qualche Clinic da weekend lungo, le regate 151Miglia e Giraglia Rolex Cup e i Clinic settimanali che conoscete.


Poi si torna in Oceano per coronare il 2021 con una traversata oceanica in regata ARC+ alla quale siamo già iscritti da mesi. Diciamo che abbiamo miglia per tutti, ma intanto sono già iniziati i lavori di manutenzione programmata invernale di cui barche così importanti necessitano.


AIVA CVC: Grazie Luca, e buon vento!

(*) Per partecipare al Clinic Class 40 occorre aver partecipato con successo a uno di questi corsi CVC: C3 con First 27; C4 o superiore; HP; oppure a corsi equivalenti presso altre scuole.


(**) Georg Liebetanz, storico istruttore del CVC ed ex ufficiale della Luftwaffe, molto amato dagli allievi e noto per il suo stile prussiano :-)


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