Il mare è...
- Antonella Ambrosio
- 2 lug
- Tempo di lettura: 7 min
Un resoconto insolito e affascinante della bella navigazione nelle isole Pontine e Partenopee

Il mare è un mix di tante cose. Andar per mare significa anche conoscere a fondo le sue caratteristiche. Oggi, purtroppo, viene visto come un’autostrada dove poter correre verso una meta e poi tornare indietro con barche velocissime e tecnologicamente avanzate.


Nel nostro viaggio abbiamo potuto toccare con mano che:
Il mare è ambiente prima di tutto; cioè un ecosistema complesso e come tale è un insieme di biologia marina, fisica, chimica, oceanografia, geologia, vulcanologia, ma anche arte della navigazione, meteorologia, astronomia e tanto altro ancora, combinate insieme in un delicato equilibrio.

In esso convivono organismi vegetali ed animali. Abbiamo capito e immaginato la ricchezza delle forme di vita che ci sono in una sola goccia di questo immenso mare.
Abbiamo potuto conoscere l’importanza della Posidonia, una pianta antichissima, che è sempre riuscita ad adattarsi ai cambiamenti ambientali ed a svolgere la sua funzione fondamentale di polmone del mare, paragonabile alla foresta amazzonica.
Abbiamo saputo che a largo dell’isola di Ischia passano i grossi cetacei che non avremmo mai immaginato presenti nel nostro mare.
Al largo di Capri abbiamo giocato con i delfini, che, festosi, sono venuti a darci il benvenuto nella stupenda perla del Mediterraneo.

Abbiamo conosciuto le tartarughe marine e ci siamo commossi davanti al video mostratoci dall’Area Marina Protetta Regno di Nettuno, in cui abbiamo visto i piccoli tartarughini schiudersi, venir fuori dalla sabbia delle spiagge di Ischia, dove le loro madri, quaranta giorni prima avevano deposto le uova e sfidato pericoli e difficoltà, per raggiungere il loro ambiente naturale con la partecipazione dell’intera cittadinanza.

Ci siamo incantati, come ci si incanta di fronte ai colori di un’opera d’arte, nel vedere la splendida biocenosi della falesia calcarea dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella, ricca di sfumature e delle più svariate forme di vita.
Abbiamo visitato la Grotta dello Smeraldo a Conca dei Marini, dove la natura ha creato una piccola cavità carsica che è stata parzialmente invasa dalle acque di mare e quando i raggi del sole filtrano all'interno della Grotta attraverso la fenditura sott’acqua che la collega all'esterno, la luce assume sfumature magiche, colorando lo spazio di mille riflessi cristallini ed il mare assume un colore smeraldo.

Come in una cattedrale, siamo rimasti stupiti da colonne di stalattiti e stalagmiti dalle forme più strane e belle, come dei fini merletti che la natura ha creato, sposando la roccia con il mare.
In origine, probabilmente la grotta si trovava al di sopra del livello del mare.
In essa vi è anche un presepe sottomarino con statue di ceramica ed ogni anno alla vigilia di Natale, subacquei provenienti da tutto il mondo portano in processione il Bambinello al presepe.

Il mare è spirito libero Abbiamo passeggiato nelle viuzze di Ventotene, isola di confino e di prigionìa, che per contrasto è diventata fonte di libertà, perché le idee, come il mare, non si possono imprigionare.



Nello stare lì, ci sembrava di vedere camminare per i vicoli quei grandi uomini, relegati con la forza, ma che avevano visioni ed ideavano il futuro di cui oggi noi godiamo. Il loro documento, affinché tutti possano ricordare, è stato impresso sul muro esterno del Municipio.

Il mare è un incontro tra i popoli, un incontro di culture Siamo stati ad Amalfi, splendida Repubblica Marinara, i cui uomini hanno viaggiato e commerciato su tutti i mari del mondo allora conosciuti, scambiando non solo merci, ma anche usi, costumi ed invenzioni.

Nel museo di Amalfi è custodita la prima bussola, strumento che ha guidato e guida tutt’oggi gli uomini di mare.

Il Duomo di Amalfi, la cui architettura è un insieme di stili importati da terre lontane, svetta su tutte le case della città, a ricordo della sua grandezza e del suo splendore.


Il mare è anche arte Abbiamo visitato gli splendidi giardini di Villa Cimbrone a Ravello, dove passeggiando tra statue e piante meravigliose, ci siamo affacciati sull’azzurro mare della Divina Costiera.

I Giardini della Villa, dalla struggente bellezza, ricchi dei più bei fiori immaginabili, sono stati in gran parte ridisegnati agli inizi del ‘900 grazie anche al prezioso contributo della botanica inglese Vita Sackville West.

I giardini della Villa sono ancora oggi ritenuti tra gli esempi più importanti che la cultura paesaggistica e botanica anglosassone abbia generato al sud d’Europa.
Villa Cimbrone, lussureggiante parco, trae il suo nome dal costone roccioso su cui sorge, denominato Cimbrorium, che un tempo faceva parte di un vasto podere di lussureggiante vegetazione.
Il mare è mito e leggenda Abbiamo veleggiato seguendo le orme di Ulisse. A Palmarola, splendida isoletta incontaminata, dalle acque color cobalto, oggi abitata solo da mufloni liberi, ci è piaciuto immaginare che quegli animali fossero discendenti degli uomini trasformati dagli incantesimi della maga Circe.

A Ponza, nel fare cambusa, un fruttivendolo ci ha raccontato che l’eroe di Omero Ulisse, nella sua odissea per mare, giunse nell’isola di Eea (oggi Ponza) in cerca di acqua e per cacciare.
Ma una nuova e straordinaria avventura lo attendeva. Ulisse approdò con la sua nave a Cala Inferno, salì sulla sommità della collina e vide una casa lontana. In questa casa abitava Circe, la maga, figlia del Sole e di Perseide, una ninfa generata dall’oceano.
Ulisse mandò i suoi compagni ad esplorare l’isola e Circe, dopo averli invitati nella sua dimora, offrì loro una porzione magica e li trasformò in porci.

Anche Ulisse fu tentato, ma egli scaltro, aggiunse alla porzione il divino antidoto fornitogli da Mercurio e l’incantesimo non lo stregò. Lei atterrita e al contempo affascinata dall’unico mortale capace di resisterle, si sottrasse e abbracciando le ginocchia dell’eroe gli disse: “Chi sei tu che resisti ai miei incanti? Certo, devi essere Ulisse, l’eroe del lungo viaggio. Riponi nel fodero la tua spada d’argento e sali sul mio letto.” Dopo un anno di amore, dopo aver ottenuto la restituzione dei compagni in sembianze umane, Ulisse parti, accompagnato dai suoi consigli.
Oggi tra realtà e leggenda, alcuni archeologi, dopo attenti studi sostengono che il tunnel e la scala di Cala Inferno siano opera dei greci.
Siamo passati attraverso gli isolotti Li Galli, tra Costiera Sorrentina e Costiera Amalfitana, dove la leggenda vuole che dimorassero le Sirene di Omero, ammaliatrici dei marinai con il loro canto.

Ulisse ed i suoi compagni incontrarono lì le Sirene, la cui voce ingannevole rappresentava un pericolo mortale per i naviganti. Grazie ai consigli della maga Circe, Ulisse tappò le orecchie dei compagni con la cera e si fece legare all’albero maestro per ascoltare il canto senza soccombere. Così, nonostante l’irresistibile fascino del canto, Ulisse ed i suoi compagni riuscirono a sfuggire al pericolo.

Nella notte all’ancora alle Mortelle a Marina del Cantone di Nerano, terra delle janare, ci è parso di avvertirne nell’aria la presenza.

Il mare è storia Siamo stati a cena a Marina Grande di Sorrento, un antico borgo di pescatori, a cui si accede passando attraverso la storica porta, la più antica e meglio conservata di Sorrento. Trattasi di una porta preromanica, visto il tipo di costruzione di carattere ellenico.
Si ritiene che la porta presentasse un doppio sistema di chiusura, che segue la curva della risalita. Su questa porta vi è una leggenda, che si perde nella mitologia sorrentina.
Il 13 Giugno 1558 fu scritta una delle pagine più tristi della Storia Sorrentina. Una flotta di circa 100 navi saracene, dopo aver razziato e depredato i casali di Massa Lubrense, si spinse nel Golfo di Sorrento.

Quella notte questa “banda di diavoli neri”, riuscì a entrare e saccheggiare tutto il paese, nonostante la massiccia cinta muraria, perché il varco venne aperto proprio da uno schiavo ottomano, al servizio della famiglia Correale. Secondo le cronache, alla famiglia Correale era stata affidata la custodia delle 4 chiavi delle 4 porte e sembra che lo schiavo avesse sottratto la chiave della porta nord, permettendo così l’ingresso dei predoni.

Abbiamo visto le torri saracene che orlano i promontori di tutta la costiera. Valido sistema difensivo che con segnali di fumo giorno e di fuoco di notte, diffondevano il loro messaggio di torre in torre ed allertavano così la popolazione dell’avvistamento di navi saracene.
Costeggiando in barca abbiamo potuto apprezzare i Ninfei della Villa Imperiale di Agrippa Postumo, nipote di Augusto, del I sec. AC, composti dal Ninfeo Maggiore, rivestito interamente di mosaico e dal Ninfeo Minore, rivestito da mosaico vitreo, entrambi situati nel costone tufaceo sotto l’attuale Villa Pompeiana e l’annessa Peschiera Romana rimasta intatta.
Il mare è ospitalità Nel nostro passeggiare di mattina presto tra i vicoli retrostanti il porticciolo della Chiaiolella di Procida, in attesa che il fornaio portasse il pane fresco, abbiamo fatto un incontro singolare e dolcissimo. Una simpatica vecchina, sul cancello della sua casa caratteristica, incuriosita dalla nostra presenza, si è messa a chiacchierare con noi.
Poi, al momento di salutarla ci ha invitato ad entrare e: “…venite, trasite, vi voglio offrire due limoni” e con entusiasmo ha iniziato a tagliare da un albero dei bellissimi e profumatissimi limoni grandi come cedri, invitandoci a fare la famosa insalata di limoni di Procida.

Il mare è poesia
"Quando la spieghi la poesia diventa banale. Meglio di ogni spiegazione è l'esperienza diretta delle emozioni, che può svelare la poesia ad un animo predisposto a comprenderla." Pablo Neruda
Nel nostro passaggio a Procida non poteva mancare una serata alla Marina di Corricella, scenografia del film Il postino di Massimo Troisi ed è stato impossibile non ricordare, sia la sua impareggiabile e struggente interpretazione, sia la figura e le poesie di Pablo Neruda, magistralmente interpretato da Philippe Noiret.

Ma la poesia più bella ce l’ha offerta il mare stesso, quando nella notte alla fonda a Capri, di fronte ai Faraglioni, abbiamo visto sorgere una bellissima luna rossa, la romantica Luna Caprese.

Diamo a questi luoghi magici un arrivederci, mai un addio!
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