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La bussola quadrantale

  • Immagine del redattore: Enzo De Pasquale
    Enzo De Pasquale
  • 21 set
  • Tempo di lettura: 4 min
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Alcuni giorni fa Giuseppe Arzeni, un grande di Caprera, mi ha inviato alcune fotografie da lui scattate sul Cutty Sark, un veliero degli anni settanta dell’ottocento, ora reso museo al National Maritime Museum di Londra, che è andato a visitare.


Tra le altre fotografie, c’era la bussola quadrantale di governo, con linea di fede a WSW.

Una bellissima Lilley & Reynolds LTD, con calotta sferica, la cui rosa dei venti è ancora bianca e totalmente leggibile, e mantenuta in così buono stato perché annegata in chissà quale miscela che la rende così chiara e ben visibile.


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Bisogna innanzitutto ricordare che la rosa dei venti non è solo quella della bussola, realizzata con più aghi magnetici (sempre in numero pari), per favorire la velocità di precessione, fissati sotto una rosa.


Ricordiamo inoltre che la rosa è sospesa in alcol e glicerina, che non ghiaccia e non stinge. Essa è alleggerita da un toro galleggiante, imperniata su puntina platinata per ridurne gli attriti. Vi sono delle alette per ridurre le oscillazioni. Il tutto è chiuso in un contenitore ermetico amagnetico che si chiama mortaio.


La rosa dei venti è un sistema di orientamento che dobbiamo immaginare che stia sempre sotto i nostri piedi, come un ombra immaginaria di cui noi siamo al centro, e che ci indica in che direzione stiamo andando. In tal modo ci possiamo spostare verso Nord, verso Est, verso Sud, verso West o verso posizioni intermedie NE, NW ecc.


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La rosa dei venti si chiama così, perché descrive la provenienza dei venti rispetto ai punti cardinali, N, E, S, W, ma anche dei punti intercardinali NE, SE, SW e NW, che prendono il nome dei punti cardinali contigui. In genere si usa indicare prima Nord e Sud e poi Est e Ovest (W).


Queste quattro rette intercardinali sono le bisettrici del primo quadrante, secondo quadrante, terzo quadrante e quarto quadrante e dividono ogni quadrante in due parti, ciascuno di 45°.


Atene, la Torre dei Venti (50 a.C.) è decorata con un famoso fregio che raffigura le otto divinità dei Venti
Atene, la Torre dei Venti (50 a.C.) è decorata con un famoso fregio che raffigura le otto divinità dei Venti

È consuetudine attribuire ad ogni direzione dei venti così individuate (quattro cardinali e quattro intercardinali) il nome del vento che realmente spira da quella direzione.


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I semiquadranti di 45° compresi dalle rette dei venti cardinali ed intercardinali, possono essere a loro volta divisi ulteriormente da una bisettrice in due settori da 22,5° ciascuno. Questa bisettrice dà il nome ai mezzi venti.



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NNE - grecale a tramontana

ESE – scirocco a levante

SSE – scirocco a mezzogiorno

SSW – libeccio a mezzogiorno

WSW - libeccio a ponente

WNW - ponente a maestro

NNW- maestro a tramontana

                       

Proverbi marinareschi sorrentini relativi ai venti: 


“Scerocco a levante, nun ven maje vacante”  Tutto il resto è pioggia e non solo.
“Scerocco a levante, nun ven maje vacante” Tutto il resto è pioggia e non solo.
“Lebbeccio, maje facette bbene e si ‘o facette bene, nun fuie lebbeccio verace”  Dalle mie parti il libeccio è un vento decisamente sfavorevole e produce forte agitazione del mare. Pertanto solo se è un libbecciuolo, cioè un libeccio non verace, esso non risulta molto dannoso.
“Lebbeccio, maje facette bbene e si ‘o facette bene, nun fuie lebbeccio verace” Dalle mie parti il libeccio è un vento decisamente sfavorevole e produce forte agitazione del mare. Pertanto solo se è un libbecciuolo, cioè un libeccio non verace, esso non risulta molto dannoso.

“ ‘o maistrale è a scopa d’’o cielo”.  Il vento di maestrale da Nord-Ovest, di solito non porta pioggia, anzi rimuove dal cielo le nubi eventualmente presenti, proprio come fa la scopa nello spazzare i pavimenti. "Si è rifatta la calma nell'aria, tra li scogli parlotta la maretta" Eugenio Montale
“ ‘o maistrale è a scopa d’’o cielo”.  Il vento di maestrale da Nord-Ovest, di solito non porta pioggia, anzi rimuove dal cielo le nubi eventualmente presenti, proprio come fa la scopa nello spazzare i pavimenti. "Si è rifatta la calma nell'aria, tra li scogli parlotta la maretta" Eugenio Montale

“ ‘o punent a maist, è ‘o viento più nzist”  Il ponente a maestro è il vento che più insiste e certamente non porta doni.
“ ‘o punent a maist, è ‘o viento più nzist” Il ponente a maestro è il vento che più insiste e certamente non porta doni.

“Greco levante e chiov”. Il greco levante era temuto dai naviganti, specialmente quelli dei velieri, per il notevole abbassamento delle temperature che rendeva difficile il lavoro all’aperto dei marinai, anche per la pioggia mista a nevischio.
“Greco levante e chiov”. Il greco levante era temuto dai naviganti, specialmente quelli dei velieri, per il notevole abbassamento delle temperature che rendeva difficile il lavoro all’aperto dei marinai, anche per la pioggia mista a nevischio.

Tornando ai settori mezzi venti di 22,5° ciascuno, essi possono essere ancora divisi da una bisettrice in due sotto settori da 11,25° ciascuno ed ogni uno di questi sotto settori prende il nome di quarta, che è appunto la quarta parte di 45°.


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Per capirne di più dobbiamo pensare che:

in un arco di 90° ci sono 8 quarte,

in un arco di 45° ci sono 4 quarte,

in un arco di 22,5° ci sono 2 quarte.


Anche una quarta può essere divisa da una bisettrice in due mezze quarte da 5,6° ciascuna.


Il vento ad esse corrispondente, continuerà ad essere un mezzo vento; NNE (greco a tramontana), ENE (greco a levante), ESE (scirocco a levante), SSE (scirocco a mezzogiorno), SSW (libeccio a mezzogiorno), WSW (libeccio a ponente), WNW (ponente a maestro), NNW (ponente a tramontana).


Ora anche una mezza quarta può essere divisa da una bisettrice in due mezze mezze quarte o in quattro quarti di quarta, ciascuna di 2,8°.


È importante avere la consapevolezza dell’ampiezza delle quarte e delle quartine perché queste sono indicate sulla rosa dei venti delle bussole quadrantali. Questo perché, a quei tempi, spesso il timoniere non aveva molta dimestichezza con numeri e gradi.


Guardando ora la fotografia della bussola, salta subito agli occhi che tra S e SW ci sono quattro quarte e che in ciascuna quarta ci sono quattro quartine, ma anche tra SW e W e pure tra S e SE e SE ed E e così via.


A me sembra che in fotografia la linea di fede, che è la materializzazione della prora, stia ad W, 2 quarte a SW. Per dare l’indicazione della rotta, infatti, si parte dal punto cardinale più vicino e si dice quante quarte e quartine verso il punto intercardinale cade la direzione della rotta.


Per esempio, un ordine potrebbe essere accostiamo per N, una quarta ed una quartina a NE. Poiché però al Nord corrisponde la tramontana e a NE corrisponde il greco, è d’uso nel linguaggio marinaresco dire: tramontana, una quarta ed una quartina a greco.


Altro esempio: accostiamo per W, 1 quarta ed due quartine a NW, oppure ponente, una quarte e due quartine a maestro.


Spesso anch’io a bordo, quando bisogna scansare un petagno da pesca, dico “accosta una quarta a dritta o a sinistra”, intendendo per questo una decina di gradi.

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Notiziario trimestrale dell'Associazione Istruttori Volontari e Allievi Centro Velico Caprera (AIVA CVC)  

Decr. Reg. Tribunale Milano n° 447 del 23-12-1977

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